(Giulio Molinari) La differenza tra allenamento quantitativo e qualitativo è molto semplice.
Gli allenamenti quantitativi consistono principalmente nel percorrere un elevato numero di chilometri senza badare particolarmente all’intensità. Gli allenamenti di qualità prevedono invece delle variazioni di velocità oppure delle ripetute.
Credo che la via migliore sia una combinazione delle due cose.
L’ideale sarebbe tenere quella quantitativa come seduta rigenerante oppure per i cosiddetti lunghi. La sessione qualitativa, invece, va intesa come un allenamento più impegnativo, ma anche più divertente, perché più vario. In queste sedute si predilige un ritmo più elevato, con un recupero attivo oppure passivo (di solito nella
corsa e nel nuoto).
L’allenamento qualitativo si divide in genere in tre parti: riscaldamento, lavoro centrale e,
infine, defaticamento. Può essere breve, medio o più esteso; ovviamente cambia l’intensità con cui va
interpretato.
I progressivi
Sono allenamenti molto utili, in cui si parte a un’andatura blanda per riscaldarsi; una volta terminato il riscaldamento, si imposta un ritmo prestabilito e poi si accelera, basandosi su tempo o distanza, fino a raggiungere la velocità che si desiderava nell’ultima parte della sessione. Si tratta di lavori davvero efficaci perché terminano a ritmi elevati, che lasciano belle sensazioni e insegnano a gestire al meglio lo sforzo in gara.
Le ripetute
Un altro classico allenamento di qualità sono le prove ripetute. Nel nuoto si svolgono sempre con recupero da fermo, in bicicletta sempre con ripresa attiva, mentre nel running si può recuperare sia attivamente (tramite una corsetta leggera) sia passivamente (cioè da fermi).
Le variazioni
Oltre alle ripetute e ai progressivi esistono gli allenamenti con variazioni, composti da cambi di velocità all’interno della seduta. Anche in questo caso si parte a un’andatura blanda e poi si varia il passo per determinate frazioni di tempo o distanza.
Un esempio per la corsa potrebbe essere il seguente:
svolgere 3 km di riscaldamento, 3 km al ritmo della mezza maratona, 3 km al ritmo della 10 km, 3 km ancora a quello della mezza, 3 km finali di defaticamento.
Non dimentichiamo le gare
Anche le prove agonistiche possono essere intese come un allenamento qualitativo. In molti si preparano e poi puntano alla competizione per finalizzare tutto il lavoro svolto precedentemente. Se però si ha la possibilità di partecipare a più gare, si può facilmente constatare come queste ultime influiscano sulla crescita della condizione di forma.
Allenamento quantitativo o qualitativo? Il giusto mix
In conclusione: allenamento quantitativo o qualitativo? Non è determinante se abbiate come obiettivo manifestazioni di lunga, media o corta distanza. L’importante, invece, è trovare il giusto mix tra volume e qualità. Se, ad esempio, state preparando una gara full distance, non concentratevi solo sulla quantità; piuttosto inserite anche lavori qualitativi con la finalità di “tenere sveglio il motore”.
Allo stesso tempo, se preparate competizioni di triathlon sprint o olimpico inserite anche allenamenti lunghi o estensivi per dare maggiore solidità alla vostra condizione atletica. La validità di un tale approccio è confermata dal fatto che molti atleti professionisti del mondo Ironman (lunghe distanze) e del mondo World Triathlon (sprint e olimpico) condividono molto spesso periodi di lavoro e training camp.