Quante credenze e quanta improvvisazione in uno sport nel quale, invece, certe leggende metropolitane da bordo vasca andrebbero affondate quanto prima per rimanere meglio a galla
Il successo nella pratica dell’attività agonistica, a prescindere dal livello, dipende quasi esclusivamente da una corretta gestione scientifica, metodologica e tecnica in allenamento e in gara. Luca Matia Gozzi sottolinea su Triathlete di giugno che nel nuoto, forse più che in altri sport, si assiste ancora a molta improvvisazione mentre resistono saldamente consuetudini poco produttive, anzi controproducenti.
Leggendarie gambate
Prosegue Gozzi confutando alcune false credenze che riguardano gli arti inferiori, per gli approfondimenti sulle quali vi rimandiamo al nuovo numero in edicola.
- L’allenamento delle gambe non è importante.
- In gara non bisogna utilizzare le gambe durante la prima frazione.
- Bisogna alzare la testa per migliorare l’assetto del corpo in acqua.
Mitiche bracciate
A seguire, invece, alcuni tra i più comuni miti da sfatare sugli arti superiori. Le considerazioni di Gozzi al riguardo su Triathlete di giugno.
- È consigliabile respirare ogni 3 bracciate.
- Si deve aumentare il numero delle bracciate per nuotare più veloci.
- Si deve aumentare la frequenza di bracciata per nuotare più veloci.
- Se si è in difficoltà, si può usare il pull buoy.
Scemenze popolari
Ma non finisce qui: Gozzi prosegue con la raccolta delle errate convinzioni che spopolano a bordo vasca e sul nuovo numero della rivista trovate ulteriori approfondimenti al riguardo.
- Gli esercizi tecnici sono una perdita di tempo.
- I lavori di alta intensità non servono per il triathlon.
Foto: Itu.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Sfatando s’impara, i falsi miti del nuoto”, di Luca Matia Gozzi, pubblicato su Triathlete n. 271, giugno 2021 (in edicola a inizio giugno), alle pagine 48-49.
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