Gentile dott. Confalonieri, mi perdoni la richiesta un po’ strana… Sono un triatleta all’inizio di una nuova stagione e ho l’abitudine di tenere un “diario” dove annoto allenamenti, sensazioni e risultati. Mi piacerebbe inaugurarlo con una frase significativa che mi accompagni durante tutta la stagione… avrebbe da suggerirmene una?
Grazie davvero.
Corrado Lorenzi
Caro amico,
la sua lettera mi ha divertito e un po’ commosso, infatti mi ha obbligato a recuperare alcune delle frasi, delle parabole o degli aforismi che mi hanno accompagnato in tanti anni di vita professionale. Ne ho selezionate quattro, diverse tra loro per significato e implicazioni, scelga lei quella che meglio la rappresenta e che maggiormente potrà aiutarla lungo il cammino della prossima stagione.
Artisti dello sport
Konrad Lorenz, un celebre biologo del secolo scorso, ritirando uno dei tanti premi attribuitigli per le sue importanti ricerche disse: “Possiamo investire le cifre più straordinarie e raccogliere le migliori intelligenze del nostro tempo ma non riusciremo a ideare una macchina che per complessità ed efficienza si avvicini al più semplice muscolo di una rana…”.
Henry Laborit, d’altra parte, nell’introduzione di uno dei suoi libri afferma che: “ Nel movimento l’intelligenza umana trova una delle sue massime espressioni…”. Amo molto queste due affermazioni perché entrambe, pur essendo state fatte da personaggi di grande livello del tutto estranei al mondo dello sport, nobilitano la bellezza e la complessità della macchina umana e dell’esercizio fisico; valorizzano il lavoro dei preparatori e degli allenatori e la vostra scelta di diventare atleti, a qualsiasi livello “artisti dello sport”.
Parabola
Cambiando completamente approccio potrei, invece, proporle una parabola, che racconto abitualmente ai genitori dei più giovani e agli atleti con i quali inizio un percorso sportivo e un rapporto professionale. La trovo illuminante nel definire il significato della gara, della competizione, di quell’istinto agonistico, di quel desiderio di lotta e di confronto che ci portiamo dentro, nel nostro Dna, e che nessuno potrà mai insegnarci o donarci. “…Se vi affidano il compito di portare un puledro alla fonte per bere, voi potrete scegliere l’orario, il percorso e le andature migliori… ma una volta arrivati alla meta se il puledro non avrà sete comunque avrete fallito…”. Naturalmente nella storia di un atleta il percorso è rappresentato dall’allenamento e da tutto ciò che a esso sta intorno, mentre il momento della “sete” si identifica con la gara con il raggiungimento dell’ obiettivo in funzione del quale abbiamo camminato e lavorato.
Il sogno
E, infine, la frase forse più banale, scontata, una frase, però, dentro la quale c’è il “sogno”, il desiderio di andare oltre i nostri confini e i nostri limiti, la voglia forte di non accontentarsi. La dimensione più profonda, forse, di tutti coloro che ogni mattina prendono scarpette o costume o scendono in garage e tirano fuori la bici e partono per volare un po’ più in alto, per sentirsi un po’ più liberi, una frase che racchiude ogni errore e ogni conquista, quella che probabilmente ho virtualmente collocato sulla prima pagina del diario della mia vita. “Se metterete un passero nella gabbia di un’aquila si sentirà libero e senza limiti al proprio orizzonte; ora dovete scegliere se essere passeri o aquile…”. Spero abbia trovato l’incipit per questa sua stagione e non mi resta che augurarle “buon volo”.