Summer Cook, il futuro del triathlon “Made in USA”

Summer Cook, il futuro del triathlon “Made in USA”

11 Gennaio, 2017

Se ci sarà una nuova stella americana del triathlon dopo Gwen Jorghensen, Campionessa olimpica a Rio, è probabile che sia Summer Cook, classe ’91, stessa statura, stesso passo e determinazione.
Vincitrice a Catania nel 2015, Summer è andata in orbita mondiale nel 2016 vincendo la sua prima World Cup ad aprile in Cina, per poi salire ancora sul podio più alto a Edmonton e a Tongyeong, e sul secondo gradino a Salinas e a Miyazaki.
L’atleta americana ha iniziato la sua carriera sportiva all’Università di Villanova con ottimi risultati nelle manifestazioni accademiche statali nuotando, correndo e sciando nelle gare di fondo per poi mettersi in evidenza in quelle nazionali, qualificandosi per le finali dei 5 e 10 mila metri su pista.
Inizia con il triathlon nel 2013 e dopo soli due mesi di preparazione partecipa con successo all’Irongirl Triathlon Sprint di Denver per poi arrivare già dopo tre anni ai vertici delle classifiche mondiali e, posizionandosi quattordicesima nel Rank ITU, quarta tra le donne made in USA, ma la più giovane del gruppo.

Cosa preferisce:
– La corsa, perché è la sua disciplina naturale, poi il nuoto, mentre con il ciclismo deve ancora trovare una buona armonia.
– Correre sulle piste in erba a piedi nudi, perchè la mantengono in contatto con la natura.
– Allenarsi nelle ripetute di 300 metri nel nuoto, di un chilometro nella corsa e di 4 minuti quando è in bicicletta, portandosi al limite della soglia.
– Gareggiare negli sprint, perché sono veloci, furiosi e impegnativi.
– Dipingersi le unghie con smalto oro quando deve affrontare una gara.
– Mangiare un piatto di carne di soia, il tempeh, nelle sue diverse ricette.
– Michael Phelps e le sue otto medaglie d’oro vinte a Pechino.

Photo Credit: Delly Carr | ITU Media

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