“Il triathlon? Sì, è quello sport in cui prima si nuota, poi si pedala e alla fine si corre una maratona.” Ebbene sì, per molte persone il triathlon è solo l’IRONMAN: 3,8 km di nuoto, 180 km in bici e 42,197 di corsa. Ma perché l’IRONMAN sembra avere un fascino irresistibile rispetto a distanze più brevi? Cosa c’è dietro la voglia irrefrenabile di presentarsi ai blocchi di partenza sapendo di “fare sport” per tante ore?
Sappiamo bene le distanze del triathlon sono diverse: Sprint, Olimpico, Medio e Lungo. Ma guardando alla storia della triplice disciplina, l’IRONMAN è la distanza più ambita da tutti gli atleti, anche solo per il fatto che tutto ha preso origine proprio da lì, quasi 20 anni fa.
Ironman Hawaii, una storia cominciata nel 1977
Il triathlon nasce nel 1977 su una spiaggia di Honolulu, nelle Isole Hawaii, da una scommessa tra un gruppo di militari americani che discuteva su quale fosse la gara più dura dal punto di vista della resistenza fisica. La disputa era tra la Waikiki Rough Water Swim (3,8 km di nuoto), la 112 mile Bike Race Around Oahu (180 km) o la Honolulu Marathon 42,195 km di corsa).
John Collins, Comandante della Marina, suggerì di combinare le tre prove in un’unica gara. Tutti risero, ma quel giorno nacque il triathlon. E non solo: con la triplice, nacque la competizione che è diventata il “mito” per migliaia di atleti: l’Ironman Hawaii.
Nella prima edizione di quello che oggi è il Campionato del Mondo IRONMAN, parteciparono in 14; uno dei concorrenti comprò la bici il giorno prima della gara. Un altro si fermò per pit stop da McDonald.
Il primo vincitore? Gordon Haller.
E tu, conosci davvero tutto sull’Ironman?
Ecco cinque cose che forse ancora non sai sulla gara mito del triathlon:
- Anche nelle gare Ironman esiste un tempo massimo per arrivare al traguardo. Generalmente si tratta di 16-17 ore. Ed è anche per questo che la partenza è fissata la mattina molto presto. Incredibilmente emozionante è la festa sulla finishline, tra tribune gremite di gente che incitano l’arrivo di tutto gli atleti, dal primo dopo meno di 8 ore all’ultimo della giornata. Non a caso, il traguardo di un IRONMAN rimane tra le celebrazioni più attese dai partecipanti;
- Nella frazione di ciclismo è possibile utilizzare tutte le tipologie di bici da corsa, senza nessuna esclusione. Le uniche limitazioni riguardano la sicurezza nell’ipotesi di vento forte. In questo singolo caso, i giudici possono vietare il materiale ritenuto pericoloso. E le ruote? Diamo qualche misura: lunghezza massima 2 metri, larghezza massima 75 centimetri. La distanza dal suolo al centro del perno della corona deve essere pari almeno a 24 centimetri. La linea verticale tangente al punto anteriore della sella non deve trovarsi per più di 5 centimetri davanti e per più di 15 centimetri dietro la linea verticale passante per il centro del perno della corona. Il ciclista non deve avere la possibilità di regolare la sella oltre tali limiti durante la gara;
- Come in tutte le gare di triathlon, anche in quelle sulla distanza Ironman i concorrenti non possono ricevere assistenza esterna. In altre parole, non possono prendere cibo o materiale da amici e tecnici al di fuori delle aree destinate al ristoro;
- La penalty box: durante la frazione di ciclismo il regolamento vieta la possibilità di stare in scia con gli avversari. Tutta la prova deve svolgersi in modalità no draft. Gli atleti che vengono sanzionati dai giudici per questa irregolarità, devono scontare uno stop di 5 minuti (cartellino blu) all’interno dell’apposita tenda segnalata dai giudici. In caso di mancata osservazione, scatta la squalifica immediata.
- Bisogni fisiologici: per mantenere un decoro e una logica forma educativa, il regolamento prevede che durante le prove di ciclismo e corsa, gli eventuali bisogni fisiologici vengano espletati esclusivamente nei numerosi bagni chimici presenti sul tracciato. In caso contrario, la sanzione disciplinare prevede la squalifica immediata.
Debutto nel triathlon con una lunga distanza? I consigli di Giulio Molinari!
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