Brick training: 4 (+1) cose che devi assolutamente sapere

Brick training: 4 (+1) cose che devi assolutamente sapere

04 Aprile, 2023

Hai mai sentito parlare di brick training? Tutto quello che c’è da sapere su questo tipo di lavoro, necessario per tutti, fondamentale per chi inizia

(Luca Facchinetti) Se vuoi avere successo nel triathlon, soprattutto se ti stai approcciando per la prima volta alla triplice, il brick training dovrebbe sempre trovare un posto all’interno della tua preparazione. In questo articolo approfondiremo, quindi, tutte le peculiarità di un allenamento altamente specifico e fondamentale per creare adattamenti necessari per competere in maniera adeguata su qualsiasi distanza del triathlon, indipendentemente dal fatto che sia il primo o meno.

1. Brick training: di cosa si tratta

In generale, per brick training si intende quando due o più sport si susseguono tra loro senza interruzione. Ovviamente appena si parla di brick training o allenamento combinato il triatleta pensa subito al binomio ciclismo-corsa. Questa non è però l’unica modalità di allenamento, esistono diverse tipologie di abbinamenti, come per esempio nuoto-ciclismo (seppur più complicato, soprattutto in inverno, a meno che non si disponga di un rullo sul piano vasca di una piscina), o ancora si possono simulare veri e propri triathlon o duathlon, sia ridotti nella distanza, da ripetere più volte a un ritmo superiore a quello di gara, sia coprendo quasi l’intera distanza di gara a un’intensità vicina al ritmo che si vorrà mantenere. Queste tipologie di lavori sono fondamentali per qualsiasi atleta, ma in particolare per i principianti che necessitano di un adattamento significativo per trovarsi a proprio agio nel pedalare dopo il nuoto (o dopo la corsa nel caso del duathlon) e soprattutto nel riuscire a correre veloce con la gamba affaticata dalla frazione di ciclismo. Saper rispondere alle richieste immediate che il corpo richiede nel passaggio da un ambiente acquatico in posizione supina a una posizione seduta sulla bicicletta, ad, ancora, una eretta nella corsa è difficilissimo, soprattutto in un contesto di competizione in cui l’acido lattico complica ulteriormente le cose.

2. Perché si chiama brick training?

Questa è una domanda interessante e le risposte sono varie, scegliete voi quella che vi aggrada di più.

Alcuni autori sono convinti che stia nel significato stesso della parola brick training, ossia allenamento con mattoni. Se ti è venuta in mente l’idea che questa convinzione sia associata al modo di dire “oggi ho messo un altro mattoncino alla preparazione”, fermati. Perché questi autori, in realtà, legano il tutto alla sensazione che si ha durante la corsa, quando le gambe si percepiscono super pesanti… già, proprio come avere dei mattoni.

Altri affermano che alternare sport differenti in consequenzialità sia come impilarli uno sopra l’altro, proprio come si fa nel posare i mattoni per costruire un muro.

C’è infine chi crede che il termine sia ispirato al campione del mondo di duathlon Matt Brick, che ha utilizzato la parola “mattoni” nei suoi allenamenti fino a creare una vera e propria tipologia di lavoro diventata famosa in tutto il mondo.

Non so dove stia la verità, ma una cosa è certa: i brick training sono davvero efficaci per preparare i triathlon!

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