Ilaria Zane: “Le lunghe distanze sono una sfida mentale e mi hanno insegnato a capire cosa voglio veramente”

Ilaria Zane: “Le lunghe distanze sono una sfida mentale e mi hanno insegnato a capire cosa voglio veramente”

20 Ottobre, 2021

Ilaria Zane conquista il Triathlon Medio Borgo Egnazia Half Tri dominando ogni frazione della gara. L’atleta dell’Overcome Triathlon taglia il traguardo con il tempo di 4h 31’ 38” e per la prima volta sente di essere arrivata al via sentendosi bene: “Borgo è stata la mia terza distanza media quest’anno e forse l’unica fatta con una certa serenità – racconta Ilaria a Triathlete – Prima ho affrontato Challenge Riccione e forse avevo aspettative troppo alte per una gara con quel livello. Ai campionati italiani invece sono arrivata al 50% della forma, purtroppo sono stata male nelle settimane precedenti e non riuscivo ad allenarmi come avrei voluto, mi sono presentata alla partenza con l’idea di portare a casa la gara invece è arrivata comunque una seconda posizione. Qui a Borgo Egnazia invece sono andata per divertirmi. Volevo eseguire al meglio quello che potevo fare con la consapevolezza dell’allenamento fatto nei mesi passati. A settembre poi sono stata via con la Super League, lì le distanze sono cortissime e tutto è orientato sul fuori giri e spingere al massimo. Questo fine settimana invece dovevo solo tenere la concentrazione, sapendo di aver lavorato bene prima. La vittoria fa sempre gran morale e sono contenta di aver affrontato la gara tutta in spinta e con il massimo impegno”.

Campionessa italiana di triathlon olimpico nel 2019, campionessa Italiana di duathlon e argento ai Campionati Italiani di triathlon sprint nel 2020, Ilaria Zane ha fatto un passaggio quest’anno sulle distanze lunghe, una scelta che l’ha aiutata a capire molto di se stessa come atleta. “Nel mio percorso arrivo dalla distanza olimpica e dal circuito ITU e quest’anno ho fatto un piccolo shift dedicandomi alle distanze lunghe. Questo era l’anno dell’Olimpiade e nonostante la chiamata con il titolo di riserva ho sentito di non aver centrato il mio obiettivo. Mi sono quindi dedicata alle distanze lunghe e a cercare di portare a casa qualche soddisfazione. Ho imparato tanto in questi mesi. Nelle long distance passi molto tempo da solo, anche in gara quando capitano le crisi devi saperle gestire e andare avanti. E’ stato istruttivo. L’anno prossimo non escludo al 100% di farne altre, mi è piaciuta molto l’esperienza 70.3, però voglio tornare alle mie distanze e alzare il mio livello nel ranking”.

Per Ilaria la vera sfida non è stata tanto a livello fisico, come lei stessa ammette, ma più a livello mentale: “ Fisicamente mi sono sempre sentita molto più tagliata per l’endurance, andare sulle distanze più lunghe è stata proprio una svolta e ho avuto riscontri positivi. Mentalmente invece è stato più difficile. Prima ero abituata al confronto continuo, passando a quelle più lunghe ho sentito che invece ho mollato di testa, avevo meno competitività. Avevo questa convinzione di dovermi concentrare solo su me stessa e non anche sugli altri e mi sono accorta che stavo perdendo l’Ilaria atleta. Questo è stato per me un campanello d’allarme. Era come se stessi scappando da dei fallimenti che non avevo accettato. Dovevo invece accettarli e riconoscerli, diventando consapevole che non ero riuscita a raggiungere il mio obiettivo. In quel momento c’è stato un risveglio, è avvenuto verso metà anno quando ho visto le Olimpiadi e ho pensato dentro di me ‘Ecco, è lì che voglio essere’.

Questo anno è servito a “Ilaria atleta” per capire cosa vuole veramente. E nonostante il buon feeling con le distanze lunghe che le permettono di avere del tempo con se stessa, i carichi di lavoro pesanti che le piacciano e affronta bene, ha sentito che dentro è qualcosa di diverso a spingerla ad andare ogni giorno agli allenamenti e non è un traguardo di una gara long distance, ma quel sogno nel cassetto con la maglia azzurra.

Tuttavia ancora nel 2021 il rientro alle gare non è facile spiega Zane: “All’inizio 2020 non si sapeva come e quando sarebbe finita. Era un solo enorme dubbio. Io fino al 2019 facevo 17-18 gare ad alto livello di cui almeno 15 in giro per l’Europa e il Mondo. In quel periodo di chiusura totale mantenere il morale alto e la testa concentrata è stato difficile. Ora in Italia il fronte gare si sta muovendo e noi atleti ci stiamo abituando a questa nuova normalità. Anche all’estero vengono create delle bolle apposta per il pre-gara che viene gestito in maniera differente rispetto a prima. E’ una nuova realtà, nuove piccole sfide a cui tutti ci stiamo abituando. Penso però che pur di avere la possibilità di gareggiare tutti sono disposti a fare un controllo in più, a firmare un foglio in più, a stare in una bolla e non rinunciare ad essere al via”.

Un ultimo consiglio invece per chi vuole entrare nel mondo del triathlon o chi, come lei, ha deciso di provare qualcosa di diverso e allungare le distanze di gara: “Innanzitutto non si devono fare confronti con altri. Amici, compagni o chi si ha come idolo, non vanno fatti paragoni. E’ un errore molto comune voler arrivare a certi livelli e pensare troppo in alto, al contrario si rischia che invece di progredire e migliorare si fanno passi indietro o peggio si rischiano degli infortuni. Il percorso verso la gara deve essere un percorso di conoscenza di sè e di riconoscimento in alcuni momenti anche dei propri limiti. Una strada graduale in cui fare passi avanti ogni volta. Se gli allenamenti sono stati fatti bene e seguiti bene non si deve avere l’ansia di non farcela. Il corpo è pronto, si devono ascoltarne le sensazioni, i messaggi che manda e restare concentrati”.

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