Tendinopatia, cosa fare?

Tendinopatia, cosa fare?

21 Febbraio, 2022

L’infiammazione di un tendine, chiamata in modo generico tendinopatia, è la patologia da sovraccarico più comune in ambito sportivo. Si stima che il 50% circa degli atleti decida di ritirarsi perché “non ne esce fuori”, per usare un’espressione colloquiale. Purtroppo, però, non è una condizione che riguarda solo gli sportivi. Anche alcuni professionisti che utilizzano molto una certa parte del corpo per via del proprio lavoro, come per esempio le braccia nel caso di meccanici, dentisti o parrucchieri. 

  1. cenni di anatomia
  2. tendinite e tendinosi
  3. le cause della tendinopatia
  4. come riconoscere la tendinopatia
  5. il trattamento della tendinopatia
  6. return to sport

Cenni di anatomia 

Il tendine è quella porzione del muscolo che si attacca all’osso e, immaginando un muscolo come un elastico, risulta intuitivo comprendere come ogni muscolo abbia due tendini. È composto da tessuto connettivo denso simile ai legamenti, in particolare da: 

  • una parte cellulare: tenociti, cellule della parete vascolari, cellule sta- minali, cellule sinoviali della guaina di rivestimento del tendine e condrociti; 
  • fibre collagene: elementi disposti in fasci di fibre parallele fondamentali per la trasmissione della forza;
  • matrice extra-cellulare: acqua, proteoglicani (GAGs) e fibre di elastina con funzione di sostegno. 

Tendinite e tendinosi

Con il termine “tendinite” si intende un’infiammazione acuta.Si tratta cioè una risposta dell’organismo che provoca dolore, in alcuni casi gonfiore, ma senza alterare in maniera permanente la struttura. Con il termine “tendinosi” si intende uno stato di infiammazione cronica con alterazione permanente della fisiologia del tendine, a meno di un intervento riabilitativo e/o medico mirato. 

Le cause della tendinopatia 

La più frequente è il sovraccarico funzionale; ad esempio:

  • il carico di allenamento è stato eccessivo; 
  • è avvenuto su superfici sbagliate;
  • con le calzature sbagliate o senza il necessario periodo di adattamento; 
  • non sono stati rispettati i tempi di recupero tra un allenamento e l’altro.

Possono, però, intervenire anche altre cause come, per esempio, quelle biomeccaniche: un disallineamento, una debolezza muscolare o una diminuzione della mobilità articolare, oppure l’obesità, l’età avanzata, l’assunzione di alcuni farmaci, la menopausa e il diabete di tipo 2. 

Come riconoscere la tendinopatia 

Per riconoscere una tendinopatia, il paziente deve avere dolore con localizzazione precisa e di tipo meccanico, cioè che si presenta su richiesta di una contrazione (per es., caricando il peso sulla gamba). È poi spesso presente dolore che aumenta al mattino per poi migliorare con il movimento. Le tendinopatie più conosciute sono la tendinite dell’achilleo (in sede retro-calcaneare o appena sopra il tallone), del tendine rotuleo (nella porzione anteriore del ginocchio) e l’epicondilite (che riguarda i tendini estensori del polso con dolore nella parte esterna del gomito). 

Trattamento 

Al tendine piace il carico e la contrazione, anche se è infiammato e fa male. Se ne possono fare di vari tipi, scegliendo il numero di ripetizioni, serie e quantità di peso aggiunto in base a criteri di valutazione (tipo di tendinopatia e di dolore). Oltre a questo approccio dinamico, ci sono altri metodi di trattamento più passivi. Ad esempio, le terapie fisiche (onde d’urto, laser, ionoforesi), la terapia manuale, il bendaggio, la mobilizzazione della fascia grazie a strumenti in acciaio e così via. 

Return to sport 

I tempi di recupero variano in base al tipo di infiammazione e alla qualità del percorso riabilitativo svolto. È difficile dare una tempistica precisa, però solitamente i tempi di recupero variano da 4 a 12 settimane circa. L’atleta deve poter eseguire delle contrazioni massimali e degli esercizi sport-specifici in assenza totale di dolore, con un carico adeguato a livello di prima dell’infortunio e con un’ottimale qualità di movimento.