Elisabetta Curridori: “Kona, eccomi. Sono pronta”

Elisabetta Curridori: “Kona, eccomi. Sono pronta”

04 Ottobre, 2022

A Kona ci è arrivata con largo anticipo, il 15 settembre scorso, “perché questa è un’esperienza che devi vivere al 100 per cento“. Elisabetta Curridori, 31enne sarda, sarà l’unica atleta italiana ad affrontare da PRO l’Ironman delle Hawaii. Giovedì 6 ottobre indosserà il pettorale F31 e farà il suo esordio a Kona.

“Mi sono ripromessa che se mai fossi riuscita a qualificarmi e comunque arrivare a Kona avrei fatto tutto come si deve – racconta Elisabetta – E quindi adattarmi al fuso orario, all’umidità, al caldo… il fisico quando devi andare a gareggiare a un campionato del mondo ha necessità di un po’ di tempo per acclimatarsi. Arrivando con così tanto anticipo siamo riusciti a fare anche un blocco piuttosto intenso di lavori, tutto sul percorso di gara”.

Quali emozioni hai provato in questo periodo?

Finalmente ho visto e sperimentato con i miei occhi e con le mie gambe cosa significa pedalare sulla Queen K o correre sull’Ali’i Drive e arrivare all’Energy Lab. Tutte quelle zone e quei posti che conoscevo solo dai video che praticamente guardo da quando ho iniziato a fare triathlon. E quindi è bello riconoscere i luoghi chiave e dire ah qua è dove Chrissie Wellington aveva bucato, oppure qua è dove Lionel Sanders e Sebastian Kienle fanno sempre la differenza… Adesso su queste strade ci sono anche io e abbiamo fatto tutto quel che c’era da fare.

Cioè? Cosa hai fatto in particolare

I primi giorni appena arrivati abbiamo preso del tempo proprio perché comunque il fuso orario è abbastanza importante, 12 ore rispetto all’Italia. Alcuni giorni mi sentivo molto stanca e quindi abbiamo rispettato l’adattamento biologico e fisiologico. E adesso che praticamente manca pochissimo alla gara posso dire di stare bene e di aver fatto tutto il possibile: un blocco di allenamento abbastanza importante anche con allenamenti o uscite di 6 ore combinando nuoto, bici e corsa. Le condizioni sono ovviamente abbastanza impegnative nel senso che comunque c’è un livello di umidità altissima. Fortunatamente in Sardegna ho fatto tutta un’estate a 40 gradi che mi ha aiutato tantissimo perché anche se qui si arriva a 35 gradi, il livello di umidità è altissimo. Abbiamo fatto dei lavori anche nelle ore più calde provando l’alimentazione e l’idratazione.

Come ti senti alla vigilia della gara?

“Sono pronta, mi sento bene, mi sento in forma. Ovviamente in cuor mio ho delle aspettative però è chiaro che sto gareggiando con le migliori 50-55 atlete al mondo ed è una gara durissima in cui tutto può succedere e di conseguenza accetterò tutto quello che verrà. Se sentirò di aver gareggiato al mio livello, al massimo delle mie potenzialità, potrò ritenermi soddisfatta perché essere qui è comunque il sogno della mia carriera sportiva. Quindi sono pronta ad accettare qualunque risultato consapevole che questa è una gara a cui bisogna portare rispetto per la sua storia e per le sue condizioni”.