Sub 8, Lange sotto il muro delle otto ore per il suo secondo titolo mondiale

Sub 8, Lange sotto il muro delle otto ore per il suo secondo titolo mondiale

14 Ottobre, 2018

Patrick Lange “sub 8”: il tedesco scende sotto le otto ore nella gara hawaiana, firmando un nuovo record del percorso (07:52:39). Miglior tempo italiano di sempre per Giulio Molinari, 20esimo al suo secondo mondiale, in 8:21:56. Alessandro Degasperi costretto al ritiro dopo la caduta in bici durante i giorni precedenti la gara

Il tedesco Patrick Lange agguanta il suo secondo mondiale Ironman, firmando un crono mai registrato prima nella prova hawaiana di Kona: sfonda il muro delle otto ore, scendendo a 07:52:39 (50:37 nel nuoto, 04:16:05 in bici e 02:41:32 a piedi). E chiede alla fidanzata Julia di sposarlo.
Come aveva già fatto nella scorsa edizione (la 39esima), è l’australiano Josh Amberger ad aprire le danze del Campionato del Mondo di Ironman 2018, primo fuori dall’acqua in 47:39. Alle sue calcagna un po’ di “azzurro” con Denis Chevrot (francese, ma in forze all’italiano PPRTeam): nell’ordine escono poi il connazionale Maurice Clavel, lo statunitense Tim O’Donnell, lo spagnolo Javier Gomez, il transalpino Antony Costes ed eccolo, Giulio Molinari (Centro Sportivo Carabinieri). Poi ancora il brasiliano Igor Amorelli e un altro atleta PPR, lo statunitense Matt Chrabot, che per primi transitano in T1. Tra i favoriti, ben presto riemergono il britannico David McNamee, in 13^ posizione (a 1’51” dalla testa); poi l’americano Andrew Starkyowicz, 15° a 01’55”; i tedeschi Patrick Lange, 21° a 2’58”, e Sebastian Kienle, 28° a 03’03”. Registra un ritardo il canadese Lionel Sanders: esce all’acqua solo in 42esima posizione, a 6’20”. Nel frattempo, gli specialisti delle due ruote si fanno sentire: al 31esimo chilometro a condurre c’è un ex ciclista, l’australiano Cameron Wurf. Non demordono Starkyowicz, Amberger e Costes, subito dietro; alle loro spalle il gruppo inseguitore. Al 59esimo in testa ci sono ancora Wurf, Starkyowicz e Amberger; a poco più di 4′ un drappello con Andreas Dreitz, Clavel, O’Donnell, Amorelli, Braden Currie, Costes, Gomez, Lange e il nostro carabiniere. Tempo di rientrare verso la città e la testa inizia a sfaldarsi. Cameron Wurf chiude per primo i 180 chilometri, firmando un nuovo record in sella per il percorso di Kona (4:09:06). A 2’10” lo segue in T2 Starykowicz; un gruppetto segue e meno di 7′: Aernouts scende dalla bici in 5^ posizione, O’Donnell è 9°, Lange 10° e Currie 11°. Sotto le aspettative Sander e Kienle, che chiudono la seconda frazione rispettivamente in 24^ e 25^ posizione. Wurf procede con falcata decisa ma non basterà a tenere a bada il rientro degli inseguitori: Lange non lo perde di vista e al 12esimo miglio scala la marcia per il sorpasso senza più guardarsi indietro: suo il nuovo record di percorrenza per la difficile prova mondiale. Mai si era scesi sotto le 8 ore. Dietro al tedesco Patrick Lange, primo atleta a Kona sotto le 8 ore (con un tempo record di 7:52:39; nel 2017 aveva fatto registrare il crono di 8:01:40), si accende la lotta per il secondo posto: grande prestazione per il britannico David McNamee, poi terzo in 8:01:09 (già di bronzo nel 2017) dopo un segmento bike chiuso in 20esima posizione e una grande recupero al 18esimo miglio del percorso run. Tenteranno di dargli filo da torcere lo statunitense Tim O’Donnell (4° in 8:03:17) e il neozelandese Braden Currie (5° in 8:04:41). Sotto le 8 ore anche il belga Bart Aernouts (7:56:41) con una maratona da 2:45:42. Al sesto posto l’americano Matt Russell (8:04:45), di rientro da un brutto incidente. Poi il britannico Joe Skipper (8:05:54), lo statunitense Andy Potts (8:09:34), l’australiano Cameron Wurf (8:10:32) e l’austriaco Michael Weiss (8:11:04). Fuori dall top 10 lo spagnolo Javier Gomez, 11° in 8:11:41. Attardato il britannico Tim Don, addirittura 36° (8:45:17).

Così gli italiani

Amaro ritiro nel suo terzo mondiale (20esimo sia nel 2016 che nel 2017) per Alessandro Degasperi, caduto qualche giorno prima con la bici in allenamento a causa di una buca sull’asfalto nella quale era entrata la ruote anteriore. Procuratosi escoriazioni (e relative contusioni) alle ginocchia e ai gomiti, esce di scena dopo una prima frazione nuotata in 00:54 (+6′ dalla testa). Ottima top 20 per Giulio Molinari, che taglia il traguardo del suo secondo mondiale firmando un crono di 8 ore, 21 minuti e 52 secondi, miglior tempo italiano di sempre a Kona (limando 25 minuti sulla sua prestazione nel 2017). Per una gara sempre nelle prime posizioni, cercando di gestire al meglio la fatica stringendo sempre i denti (soprattutto gli ultimi 15 chilometri a piedi), per dare sempre il massimo. Rimaniamo in attesa delle loro dichiarazioni. Al link seguente tutti i RISULTATI.

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Photo Credit: IRONMAN Facebook.