Alti e bassi dello sport: Frodo, uno di noi. Anche nella cattiva sorte

Alti e bassi dello sport: Frodo, uno di noi. Anche nella cattiva sorte

12 Settembre, 2018

“Gli alti e i bassi dello sport non mi hanno mai toccato così da vicino”, scrive a malincuore Jan Frodeno sui suoi profili social. Uno che quando finisce la benzina batte il cinque ai diretti inseguitori. Uno che firma autografi e scatta selfie. Uno che sorride sempre. Che non borbotta mai. Che vince alla grande.

In effetti, uno come lui ha ben poco dell’umano, così divinamente superiore a tutti noi (nelle performance) e a molti di noi (nello spirito). Eppure, la sfortuna l’ha riportato sulla terra: dall’olimpo degli Ironman alla “caduta”, in una settimana. “Frattura da stress all’anca sinistra”, recita ora la diagnosi, a meno di un mese dalla prova alle Hawaii e dopo la sua ultima leggendaria performance al Campionato del mondo 70.3: vittoria con titolo iridato sull’half distance del circuito pallinato nonché, forse l’elemento più sensazionale, una mezza maratona in 1 ora e 6 minuti. Un infortunio del genere non è certo la conclusione stagionale che si sarebbe e ci saremmo aspettati. Perché una gara con Frodo è una gara che dà qualcosa in più, anche a chi la segue. La 40esima edizione dell’Ironman di Kona perde un grande condottiero prima ancora dello sparo di cannone. Onore a lui. Campo libero per gli altri big. Aspettando il 2019.