Tutto ha un senso

Tutto ha un senso

15 Marzo, 2016

Riccardo, le sue fatiche e le sue gioie

E’ quando passi sotto quell’arco, quando calpesti quella linea, insomma quando giungi a quel tanto anelato traguardo che capisci che tutto ha un senso. È proprio lì che ti sembra di vivere in un sogno, la favola di quel momento diventa pura realtà e tutto intorno diventa magico. Fino a ora hanno vinto il cuore e la mente, ho resistito, ma ora spingo le gambe per questi ultimi metri; le mie scarpette ora calpestano un tappettino rosso e nero, al braccio quattro anelli colorati, intorno a me applausi e acclamazioni. Ora rallento, quasi mi fermo, la mente ritorna lucida dopo l’alienazione della corsa: uno sguardo al cielo, un’emozione troppo forte da gestire e qualche lacrima mi portano a passare là sotto. Ed eccomi dall’altra parte della finsih line.

Il mio momento

E questo è il mio momento, tutto per me, conquistato a denti stretti: è propio quello che aspettavo e che temevo da tempo. Tutte le ansie, le paure, le gioie e i dolori di questa vita spazzate via in un lampo. La mente si racchiude in se stessa, un sorriso e una gioia immensa si imprimono sul mio volto provato: ora le lacrime escono in modo copioso, le lascio andare, non voglio trattenerle, le lascio andare a morire nel posto che più meritano: il cuore. Mi guardo intorno, vedo tanti come me che stanno godendo il loro momento; quante emozioni e gioie si condividono in questo istante. Fisicamente distrutti e svuotati, ma mentalmente euforici e consapevoli dell’impresa.

Questo è il triathlon

Perché questo è il triathlon. Tutte quelle vasche in piscina, a seguir proÈ grammi di allenamento diabolici, ore passate in sella alla mia bici, le ripetute, i lunghi, i fondo medio e veloce, le salite e i programmi dei nostri mitici coach. Sudore, fatiche, dolori e ansie. Tutto questo condiviso insieme a un gruppo di persone che sono più di semplici compagni di allenamento. Ecco, questo è il triathlon: condividere le sofferenze degli allenamenti, incitarsi e farsi forza a vicenda, per poi arrivare qui, soli con le proprie forze, ma con le energie di tutti, a godersi il proprio momento; ognuno con la sua storia e le sue motivazioni, ognuno con un’emozione forte da controllare, ognuno che in quel momento vale molto più di uno.

Alla fine

Alla fine, la cerimonia e la chiusura dell’avventura. Di nuovo tutti insieme a condividere i racconti di questa esperienza, di questa gioia e sofferenza atroce. C’è chi vince la slot per il Campionato mondiale 70.3 a Zell-Am-See- Kaprun, chi semplicemente ce la fa a traguardare la finish line. E poi ci sono io, al mio esordio sulla distanza, sul lettino dell’ospedaletto medico di campo con una flebo nel braccio, a pensare alla magnificenza di questo sport e a confermarmi che ciò che mi dà la triplice, difficilmente lo porei trovare altrove.

Grazie

Grazie a Juro, Christian, Valentina, Valeria e Mary per la compagnia in questa avventura fantastica che rimarrà indelebilmente impressa nella mia memoria e grazie a tutti i miei compagni del Tri Team Ticino.

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