3. Correrci sopra
Nel tempo si affina la sensibilità per capire le differenze tra i piccoli fastidi da sovraccarico e le infiammazioni. Bisogna allora comprendere quando la corsa costituisce un elemento in più per autoalimentare un’infiammazione in atto e non un esercizio defaticante.
Un consiglio: se dopo circa 10-15’ di attività i fastidi tendono a passare vuol dire che è stato sufficiente il riscaldamento per rimettere in moto l’organismo; se, invece, con la corsa iniziale i dolori aumentano meglio fermarsi per qualche giorno.
Insistere testardamente può portare alla cronicizzazione di numerose forme infiammatorie, allontanando la guarigione.
4. Scarpe sotto processo
Capita spesso di avere problemi di adattamento al cambio delle scarpe: usandole le modelliamo in relazione al nostro modo di correre. Le calzature moderne hanno una qualità media molto elevata e quindi riteniamo inutile continuare a cambiarle per tentare di risolvere una patologia in atto.
5. Quelli del “mai avuto problemi”
Già, mai avuto niente in tanti anni e perché ora un guaio che non concede tregua?
La risposta è che il tempo passa e le strutture che lavorano sono sempre quelle ma con un minimo di ricambio biologico, dunque: usura dei tessuti. Inoltre, possono esserci alterazioni di tipo metabolico, per l’alimentazione, o un cambio del tipo di allenamento sia per la qualità sia per la quantità.