Test bici: Trek Émonda

Test bici: Trek Émonda

24 Marzo, 2016

Una specialissima di altissimo livello che sarà la compagna di gara di Alessandro Fabian

Su tutti i modelli ogni dettaglio, dal design del telaio alla scelta di ogni singolo componente, ha lo stesso obiettivo: creare una bici leggera e allo stesso tempo affidabile.
Non a caso la Trek offre su questa bici, così come per gli altri prodotti, una garanzia a vita.

Telaio e forcella

La linea pulita e moderna viene subito messa in evidenza da angoli decisamente controllati e mai casuali e da finiture da vera regina, le geometrie, denominate H2, sono il frutto di numerosi studi, tutti volti a mettere gli atleti in una condizione di comfort e, allo stesso tempo, di grande efficienza biomeccanica.
Per realizzare un telaio leggero e reattivo bisogna usare materiali al top, come il carbonio OCLV di Trek; si tratta di una particolare procedura di stampaggio che garantisce la realizzazione di telai con forme perfette e con tolleranze estremamente ridotte. Stesso principio che ha portato alla scelta del movimento centrale BB90 senza calotte per garantire violente accelerazioni e grande capacità nel distribuire la forza scaricata sui pedali. Esattamente come la tubazione sterzo, che parte da 1,5” fino a 1-1,8”, per dare una notevole rigidità laterale, assicurando così una tenuta alle sollecitazioni in curva. I dettagli non sono mai troppi, questa la linea guida di Trek nel realizzare il telaio Émonda, che è stato equipaggiato con il sensore Duotrap S, direttamente integrato nel telaio, che permette, senza rovinare la linea e l’aerodinamica, di rilevare tutti i ciclo computer e smartphone in commercio. Dal punto di vista puramente estetico sono state scelte soluzioni semplici, che però sono riuscite in maniera ottimale a garantire leggerezza anche allo sguardo; il passaggio dei cavi interno è quasi d’obbligo in un telaio come questo, così come lo snodo tra piantone e carro posteriore è stato sagomato e modellato con grande gusto estetico. Fattore che si riscontra in molti punti del telaio come la tubazione del movimento centrale che, pur sovradimensionata, rimane morbida nella linea e filante.
Per la forcella della Émonda è stata scelta una a foderi dritti con un diametro a scalare, chiaro intento di assicurare una guidabilità reattiva e cambi direzionali sempre precisi e puntuali.

Giudizio

Alessandro Fabian ha testato per noi questa specialissima nata per l’agonismo; il risultato finale vede una bici con una grande reattività e una leggerezza decisamente ai vertici di mercato, che la fanno diventare la perfetta compagna di gara e allenamento per chi predilige tracciati mossi.

Il modello Émonda SLR è disponibile in due diverse geometrie: H1 (quella che usa Alessandro Fabian) e H2; la differenza tra le due opzioni è data dall’altezza sterzo, che può essere più racing (H1) oppure meno esasperata (H2). A parità di taglie la differenza in altezza è di 3 cm.

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