Per gli amanti del podismo che volessero fare un primo passo nel mondo delle multidiscipline cimentarsi in una prova di duathlon potrebbe rivelarsi una scelta vincente. E il motivo è molto semplice, manca la frazione a nuoto. Non che il nuoto di per sé sia un problema, ma bisogna saper già nuotare e non solo per diletto al mare. Si potrebbe obiettare che anche gareggiare in bici non sia alla portata di tutti, ma se le gambe sono buone e il fiato pure alla zona cambio con la due ruote ci si arriva certamente.
Dalla corsa al duathlon: fatta la scelta della disciplina si tratta ora di identificare la gara ideale, e questo si può fare escludendo la prova lunga (20-80-10 km) e la classica (10-40-5 km) per provare a cimentarsi nel corto (7-30-3) o nello sprint (5-20- 2,5), senza disdegnare le loro versioni in mtb (corto, 5-20- 2,5 e sprint, 3-14-1,5).
Le incognite della strada
Il corridore, anche se amatore, potrebbe sorridere nel vedere le distanze che gli vengono qui proposte, ma ci sono un paio di considerazioni che non vanno sottovalutate. La prima riguarda proprio la corsa: spesso chi decide di provare una multidisciplina è corridore di lunga durata, dai ritmi non sempre sostenuti ma in grado di mantenere lo sforzo per diverso tempo, a volte anche per più ore, mentre nelle prove multiple anche l’aspetto qualitativo ha il suo peso e non è detto che si sia preparati a tre prove da sostenere sempre a ritmo elevato.
La seconda considerazione riguarda la frazione in bici, che impegna l’organismo con sollecitazioni muscolari diverse e che richiedono una postura e una continuità d’azione che non è detto si possa mantenere subito per tempi lunghi. Senza considerare le pendenze del terreno che in sella a una due ruote hanno un peso rilevante.
Forte di queste indicazioni, il podista che volesse provare il duathlon dovrebbe cominciare velocizzando le sue uscite di corsa, che andrebbero ridotte in numero, e impegnarsi in altrettante uscite sulla specialissima con allenamenti analoghi a quelli podistici. Quindi se ci si organizza per fare quattro uscite settimanali si può pensare di alternare la corsa al ciclismo con uscite di lento – magari da chiudere negli ultimi 5’ (corsa) o 10’ (ciclismo) con un incremento di ritmo – e di fartlek, possibilmente su terreno mosso.
Un occhio alla mtb
Se è vero che il trail running sta alla corsa come la mtb sta al ciclismo su strada è altrettanto probabile che proprio tra gli amanti dei sentieri sia facile trovare coloro che desiderano cimentarsi in un duathlon con frazione in mountain bike. Ancora più corte qui le distanze, ma chi non è proprio a digiuno sull’argomento sa che pedalare su terreni naturali è ben diverso che farlo su asfalto.
La scelta di un duathlon con frazione su ruote grasse è certamente affascinante ma si deve essere consapevoli che l’aspetto tecnico legato al ciclismo in questo caso ha un peso rilevante e quindi va fatta solo a ragion veduta.
Circa il training da adattare valgono in sostanza le indicazioni date per la strada: prevedere diminuzioni di uscite podistiche a vantaggio di quelle su due ruote e stimolazioni parallele tra le due discipline cercando comunque con la fantasia di non fare proprio e sempre le stesse cose. Quindi il lento o il medio vanno sempre bene ma poi si può passare da un fartlek podistico a una seduta di tecnica in discesa per la Mtb, da ripetute collinari di corsa a uscite di salita continua con la due ruote.
Dalla corsa al duathlon: e i cambi?
Non si è qui appositamente parlato della terza specialità di ogni duathlon – il cambio – per non spaventare troppo i podisti, ma la questione si farà pressante, soprattutto in gare brevi dove i minuti persi nel cambiare specialità hanno un peso importante. Per ora si può semplicemente far notare come il passaggio da un mezzo all’altro rappresenti per i muscoli degli arti inferiori un piccolo trauma che si può via via superare abbinando ogni tanto gli allenamenti previsti.
Basterebbe andare ad allenarsi di corsa usando la bicicletta o arrivare di corsa al box della bici – magari allungando un po’ il percorso.
Nel rispetto delle semplici indicazioni date, l’esordio nel mondo delle multidiscipline sarà certamente un successo e uno stimolo a continuare a cimentarsi in una realtà che è comunque supportata dal cross training, ovvero la forma di allenamento più indicata in chi non faccia dello sport la propria professione.