Medicina: la Fascite Tibiale

Medicina: la Fascite Tibiale

09 Aprile, 2015

La dott.ssa Bianca Lenci, fisioterapista, risponde alla lettera di un nostro lettore affrontando il tema della Fascite Tibiale.

Salve dott.ssa Lenci, mi sono infortunato alla tibia pur non essendo caduto o preso botte di alcun tipo. Tutto è iniziato due settimane fa con un dolore che mi ha preso lungo la gamba davanti, dal ginocchio alla caviglia (cresta della tibia, nda) e che si ripresenta tutte le volte che inizio a correre o a pedalare. Quando poi mi scaldo passa, ma all’inizio è molto forte. Ho voluto indagare perché la faccenda andava peggiorando e, dopo aver fatto una risonanza magnetica, il medico mi ha detto che ho una “fascite tibiale”. Non sapevo neanche che esistesse, che cos’è e come mai viene?
Saluti,
Enrico da Rivoli (Torino)

La fascite tibiale esiste davvero, purtroppo! Conosciuta anche come “shin splint” o “sindrome medio-tibiale”, è una delle più comuni patologie da sovraccarico che si riscontra nei runners e nei triatleti. È un’infiammazione dei muscoli tibiale posteriore, soleo (un muscolo del polpaccio) e flessore lungo le dita del piede nel punto in cui si inseriscono sulla tibia, circa a metà della sua lunghezza.

Cause

Solitamente è da ricercare in un carico eccessivo senza un’adeguata progressione negli allenamenti o gare. Inoltre, in alcuni difetti e caratteristiche posturali, come il piede pronato o “piatto”, il polpaccio accorciato e le articolazioni del piede rigide. Altri fattori predisponenti sono: le scarpe da corsa usurate e/o inadeguate e la corsa su terreni duri.

Trattamento e prevenzione

È utile il riposo dalla corsa per un periodo che va da 2 a 3 settimane, durante le quali si può, però, continuare la bici e il nuoto. Il ghiaccio va applicato 15’ per tre volte al giorno ed è importante ricordarsi di fare stretching al polpaccio tre volte al giorno, prima e dopo l’attività. Va, inoltre, presa in considerazione l’adozione di ortesi plantari per correggere i difetti biomeccanici del piede, se questa è la causa della fascite tibiale. A scopo preventivo è utile, inoltre, affidarsi a esperti di scarpe da corsa per sapere quali sono le più adatte in base alla propria costituzione e seguire un programma di allenamento che sia graduale nell’incremento del carico. Altri suggerimenti utili: corsa su superfici morbide evitando falcate lunghe perché aumentano lo stress sulle strutture tibiali.

  (Tratto da Triathlete n. 215 – Gennaio/Febbraio 2015)

Articoli correlati

Traumi da impatto nella corsa: non asfaltiamoci troppo

05 Gennaio, 2023

Insieme al Dott. Luca De Ponti analizziamo le principali cause dei traumi da impatto generati dalla corsa. Tra asfalto e prato cosa scegliere? Meglio lo sterrato: meno traumatico anche se meno prestativo Quante volte, reduci da qualche acciacco, ci siamo sentiti consigliare di riprendere a correre sul prato a un’andatura modesta? È capitato a molti […]

Tendine d’Achille: a chi rivolgersi?

20 Aprile, 2022

Come evitare che un tendine d’Achille diventi un tallone d’Achille? Il tendine d’Achille è un tendine molto robusto, uno dei più importanti nella prestazione atletica, soprattutto nella corsa, dove fornisce la propulsione al corpo a partire dal piede. Serve da collegamento tra il muscolo tricipite della sura (composto dai due gemelli e il soleo) e […]

Terapia con onde d’urto. Quando è necessaria?

02 Marzo, 2022

Negli ultimi anni le onde d’urto hanno trovato un sempre maggiore impiego in ambito di fisioterapia e nella medicina dello sport.   Onde d’urto in inglese si traduce shockwaves: quando le si sente nominare, più che a qualcosa di terapeutico viene da pensare a uragani, cicloni, qualcosa di pericoloso insomma. In realtà, il potenziale delle onde d’urto nel campo della riabilitazione è […]