Le mille variabili del triatleta

Le mille variabili del triatleta

09 Giugno, 2016

Francesca: testa, cuore e, ora, anche muscoli

Seguire in studio l’alimentazione di un triatleta è un lavoro complesso. Molte sono infatti le variabili che possono influenzare la nutrizione di sportivi “estremi” come gli Ironman che, in relazione all’esigenza frequente del bigiornaliero, devono spesso gestire orari inusuali dei pasti, effetti anoressizzanti degli allenamenti più duri, preferenze individuali, abitudini e credenze superate. Quando poi il triatleta in oggetto è una dolce ragazzina quattordicenne dalla volontà di ferro, l’impresa diventa ancor più impegnativa e stimolante. Non priva di soddisfazioni. Francesca si presenta da me, accompagnata dal padre, per migliorare la sua alimentazione in un’ottica di possibile incremento delle sue performance. Si può dire che sia una “veterana”: pratica infatti triathlon già da 4-5 anni. E non le mancano allori di buon livello: nel 2013 arriva 2ª nel duathlon di Viareggio, 2ª nell’aquathlon di S. Elpidio e, sempre lì, già dopo avermi conosciuto, coglie un primo successo nel triathlon (200 m – 4 km – 1.000 m) che la dice lunga sulle sue qualità mentali: esce, infatti, 10ª dall’acqua, ma recupera ed è 3ª in Z.C. (ecco la riprova che la transizione è una vera e propria frazione di gara!). Partita con decisione, alla prima curva inforca le due avversarie che le restano davanti e va a vincere con autorità senza più farsi riprendere.

La gara vera

Nel 2014 Francesca deve disputare il suo primo vero Campionato italiano di duathlon, ad Acqui Terme. E, pervicace nel voler raggiungere i suoi obiettivi, accetta di rivedere la sua alimentazione con l’obiettivo di perfezionare la sua composizione corporea in vista delle gare che l’attendono. Quando effettuo con lei un’anamnesi alimentare ben fatta, emerge qualche abitudine scorretta: Francesca mangia troppo poco in relazione ai suoi fabbisogni alimentari, e in qualche caso anche con troppe poche proteine (omesse sia a colazione sia talvolta a pranzo). All’ultima visita agonistica risulta addirittura cresciuta in altezza ma non in peso dall’ultimo anno, rivelando qualche difficoltà di muscolazione. Mi segnala, inoltre, un po’ di dolori ossei e muscolari alle gambe, classico segno di debolezza dell’asse leptina-ipotalamo-ipofisi-GH. E presenta anche una lieve leucopenia (carenza di globuli bianchi), che rivela che il suo sistema immunitario sta perdendo qualche colpo.

Che fare

Devo inserire un apporto proteico maggiore sia a colazione (dove inserisco un uovo alla coque quasi tutti i giorni, e noci/nocciole/mandorle) sia a pranzo, concedendo il primo solo se ha già deciso cosa consumare come secondo. Ma cambia soprattutto il suo modo di vedere il cibo: prima ne aveva un po’ paura, temendo di ingrassare. Ora mangia più liberamente (con un certo sollievo anche dei genitori), avendo capito che se gli alimenti sono sani possono essere consumati nelle quantità desiderate.

Risultati

Quando la vedo all’ultimo controllo rilevo un incremento di massa muscolare di ben 1,1 kg dalla precedente visita, segno di un’alimentazione finalmente in grado di supportare i carichi di allenamento. Le prime gare, seppur di sola corsa, promettono bene. Si classifica 3ª ai Campionati nazionali studenteschi di corsa campestre, e 10ª al Campionato italiano Fidal. In pista arriva 4ª sui 1.000 a Roma con l’ottimo tempo di 3’00”27. Ma il primo vero alloro giunge ai Campionati italiani di duathlon ad Acqui Terme, dove va a vincere con sicurezza, laureandosi per la prima volta campionessa italiana della sua categoria. Quest’anno la aspetta un triathlon raddoppiato rispetto all’anno passato: 400 m di nuoto, 8 km di bici, 2 km a piedi. Sono sicuro che Francesca saprà ripetersi anche nella categoria superiore, perché ha testa, cuore e, da qualche tempo, anche una corretta struttura muscolare, all’altezza dei suoi ambiziosi obiettivi. Ho la sensazione che sentiremo presto parlare di lei.

 

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